Le cicatrici possono comparire quando la pelle subisce un trauma, un’ustione od un processo infiammatorio. Una qualsiasi lesione della cute viene riparata tramite un processo specifico che comporta la sostituzione dei normali tessuti di derma ed epidermide con un tessuto fibroso. Si forma, quindi, una cicatrice che sarà inizialmente di colorito roseo e rilevata rispetto al piano cutaneo e tenderà poi nel tempo ad appiattirsi, ad indurirsi ed a diventare biancastra.
In questa zona di “rimodellamento” vengono alterati il flusso sanguigno e linfatico, il normale scorrimento reciproco dei piani cutanei e sottocutanei e le piccole terminazioni nervose possono venire bloccate od intrappolate. Quando i tessuti perdono elasticità e non sono più in grado di scorrere tra di loro parliamo di aderenza. Quando, invece, la cicatrice sembra essere mobile, ma scatena dolore, limitazioni dei movimenti tissutali, viscerali ed articolari e persino emozioni, si definisce cicatrice attiva.
Dal punto di vista fisiologico, le cicatrici attive possono comportare disfunzioni posturali che si ripercuotono su tutto l’organismo, alterando il funzionamento di articolazioni, visceri ed altri sistemi anche a distanza.
Le cicatrici attive possono dare problemi anche dopo molti anni dal trauma od intervento. Ecco perché, una volta individuata e diagnosticata come patologica, la cicatrice deve essere sempre trattata, indipendentemente dalla sua “età”.
Le tecniche sono molteplici, la scelta di utilizzo dipende dalle caratteristiche della cicatrice da trattare:
- mobilizzazioni attive;
- mobilizzazioni passive;
- manovre drenanti;
- applicazione di tape;
- coppettazione;
- utilizzo di vari strumenti per lo scollamento dei tessuti e la mobilizzazione della fascia sottostante;
- massaggio connettivale.